Ho
aperto un album di foto, roba vecchia, di quando ero piccolo. Di
quando giocavo con la zampa della Pantera Rosa penzoloni sopra il mio
letto. Quella marionetta me la ricordo. E mi ricordo anche di quanto
somigliasse al cadavere di un impiccato che avevo visto in
televisione, durante un film. La vittima si chiamava Giuda. “Ma s'è
impiccato da solo!” pensai, ma non riuscii a dirlo a mio padre, che
nel frattempo s'era addormentato sul divano. Continuai a guardare
quel film, mi ricordo. Sì, lo guardai, mentre Gesù Cristo sudava in
croce in uno studio di Cinecittà, o chi per lui.
mercoledì 27 giugno 2012
giovedì 14 giugno 2012
I WANNA BE DECEASED
Una
volta ho visto un mio conoscente, vestito con un tweed obsoleto ed
una cravatta scura su una camicia bianca, che beveva qualcosa con
voluttà affettata, come se stesse sorseggiando un calice di succo di
limone con un po' d'aceto di vino sciolto dentro. Gli vedevo tremare
gli occhi e gli zigomi, la faccia che diventava rossa, mezza
agonizzante, fino a quando la sensazione non finì. Chiuse gli occhi
e sollevò la testa, col sorriso idiota di uno che ha appena bevuto
il nettare degli dei al posto della sigaretta del dopo-pompino. Ma
era un sorriso scimmiottato giusto per far piacere alla succhiona
sessantenne che sembrava avere sotto le gambe, inginocchiata.
mercoledì 6 giugno 2012
CORDONE SANITARIO
L'apocalisse
di zombie, dicono.
No,
quella è in corso da un pezzo. Almeno qui. Cammino in piazza e li
vedo. Li vedo camminare, scendere, salire, fumare e chiacchierare al
bar. Io probabilmente sono già uno di loro. Forse l'epidemia è
partita da me, il giorno in cui sono nato e mi hanno abbracciato,
sorriso, accarezzato. I loro morsi non strappano la carne: sono più
silenziosi, più invisibili. Io mordo, strappo, forse
inconsapevolmente, a volte con la precisa intenzione di rovinare
l'anima e l'esistenza di chi sento vivo. Così, per sport, a livello
gratuito, il più rapidamente possibile. Io strappo scrivendo
stronzate, e forse è solo un tentativo. Io sono inefficace. Sono uno
zombie ingabbiato con la bocca cucita dal fil di ferro.
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